Non guardare (sempre) indietro!

guardare_indietro

Durante il week end, ho avuto modo di parlare con diverse persone a proposito del passato.

In particolare ieri mattina ero con una persona, una persona per me molto importante, con la quale mi confronto spesso per vedere le situazioni da una prospettiva diversa, soprattutto quando sono situazioni che mi coinvolgono a livello personale e per le quali fatico ad essere obiettivo.

La nostra Storia

Il passato nella vita delle persone è un qualcosa di davvero importante, è la storia di ognuno di noi. Io sono stato fortunato in merito a questo tema. Ho avuto due splendidi genitori che mi hanno sempre detto: “Guarda avanti” e credetemi, è davvero un buon consiglio, perchè ti evita di soffermarti troppo su quello che è stato, su CHI sei stato, e porta l’attenzione su quello che invece deve ancora arrivare, o meglio che vorresti arrivasse! Ci sono molte persone tuttavia “incastrate” mani e piedi nel proprio passato, non lo riescono a mollare, e non parlo solo di passato negativo, anzi, al contrario parlo di quel passato che è diventato un rifugio quando il presente o il futuro diventano difficili da affrontare. E’ li che si va, in quella situazione che ti ha reso felice, molto felice. Lo facciamo tutti, a volte volontariamente, altre volte entriamo in un negozio per comprare un capo d’abbigliamento e ci sparano su quella canzone che ci riporta in un attimo a quell’ estate dove ti sei divertito veramente come un matto, dove eri spensierato e tu, ti sentivi indistruttibile e capace di affrontare qualsiasi situazione col sorriso sulle labbra… Poi la canzone finisce… Torni a casa, apri il PC e cominci a postare foto di 10/20 anni fa su Facebook a taggare le persone nella foto e a scrivere “Ti ricordi?” “Dovremmo rifarlo!” “che serata!” Che vacanza!” “Che concerto!”

Cosa è cambiato da quel momento?

Ripensa a quel momento passato, dove più spesso di altri, torni con la mente e chiediti che cosa ti impedisce oggi di guardare avanti con lo stesso entusiasmo di quella situazione passata… Sono sicuro che l’elenco di motivi che stai facendo nella tua mente ora per rispondere alla domanda, è estremamente lungo ed altrettanto valido e, mentre i pensieri e le immagini si intrecciano fra di loro, ti stai rendendo conto che sei addirittura una persona migliore e con più competenze rispetto a quella situazione. Allora come mai non stai guardando e andando avanti? Probabilmente è la percezione dei giorni che passano, delle albe e dei tramonti che si susseguono, a darti l’idea che tu stia guardando avanti invece che restare fermo e fai bene a pensare questo, perchè una cosa è sicura, il tempo passa.

Le due strade

Dopo tante ore di conversazione ieri mattina, sono tornato poi a casa e ho cominciato a pensare. Perchè negli ultimi giorni mi sono accanito su questa cosa del passato? Credo perchè le decisioni che prendiamo nel presente e che prenderemo (O NON prenderemo) nel futuro, possono essere determinate dal nostro passato, se è questo è quello che vogliamo. Richard bandler, il Co-Creatore della PNL e per quel che mi riguarda Genio del nostro tempo, racconta tranquillamente degli errori che ha fatto nella sua vita e come altrettanto tranquillamente, appena si è reso conto che stava percorrendo la strada sbagliata, prendeva nuove decisioni che lo portavano immediatamente verso nuove e più funzionali direzioni. Purtroppo molte persone, partono a raffica con le 55 famose scuse, che trovi nell’ ultimo capitolo del libro di napoleon Hill Think and Grow Rich, ll quale ti segnalo essere stato scritto nel 1937, ma ancora molto attuale… E questa è la prima strada, raccontarti delle scuse per nona ndare avanti, per poterti rifugiare nel passato che ti ha fatto stare bene

E’ una tua scelta

Puoi decidere di andare avanti così, non è male in effetti. Quando non sei contento della tua vita, del tuo lavoro, Hai sempre un momento, un ricordo felice del tuo passato… Ma cosa stai perdendo? Credo che, ogni secondo speso nel passato, sia un secondo tolto a pianificare il tuo futuro.

Ieri mentre passeggiavo con questa persona ho chiesto: Che cos’è secondo te che impedisce alle persone di mettere una pietra sopra sul passato e di guardare avanti? NULLA! Non c’è nulla che te lo impedisce, davvero… Mentre camminavamo, non abbiamo trovato nessun motivo per non riuscire a guardare avanti, ti basta davvero riuscire a dire basta, un basta che ha la convinzione necessaria per smettere di vivere di ricordi e guardare avanti, creando nuovi momenti, nuove situazioni, disegnare il futuro che desideri ed avere la vita che tu vuoi… Perchè lo sai come vuoi che sia il tuo futuro vero? 😉

E’ quasi finito già il tuo Lunedì, farai meglio a guardare avanti…
Buon proseguimento di settimana allora.

R.M.

Il turbo nella vita

Turbo

Tempo di lettura per questo post: 3′ e 15″

Oggi riprendo ufficialmente a scrivere sul mio blog.

Non voglio fare promesse da marinaio, ed impegnarmi quindi a scrivere un post alla settimana, poichè ringraziando il cielo, sono molto impegnato in questo periodo, e quindi scriverò quando riuscirò… Ma quel che è certo, è che scriverò!

Ho appena portato mia figlia Rebecca per la prima volta nella sua vita al cinema, siamo andati a vedere TURBO il film della Dreamworks. Devo dire la verità, mi ha ricordato molto CARS, ma a parte le varie analogie, i messaggi che questo tipo di film danno, sono sempre molto validi e sicuramente positivi.

Come sanno molte persone che mi conoscono e che leggono questo blog, sono appena tornato da una delle esperienze più siginificative della mia vita, ho fatto un corso che credo mi abbia cambiato dentro, e sebbene mi sia già accaduto molte volte di cambiare, questa volta credo di essere cambiato davvero nel profondo, probabilmente, sono cambiato a livello inconscio, e per definizione il nostro inconscio, è il luogo più profondo ed anche sconosciuto della nostra mente, ma a quanto capito in questo corso appena svolto, è anche il più potente degli strumenti che abbiamo.

Sarà quindi anche per questo, e per il fatto che mi trovavo al cinema con mia figlia per la prima volta, che ha fatto si che in me tornasse la voglia di scrivere e di riflettere insieme a te che stai leggendo…

Il fatto è che da qualche giorno sono emotivamente sensibile, ho capito molte cose, soprattutto ho capito che non si è mai arrivati, non c’è mai un vero e proprio traguardo, ci sono delle tappe, o come le chiamano gli anglosassoni delle “Mile stones”, hai l’ illusione ogni tanto di essere arrivato da qualche parte, invece stai solo cominciando a capire qualcosa. Me lo aveva detto molto tempo fa il mio Maestro di Aikido, e lo ha ripetuto a me e ai miei compagni di corso, Richard Bandler qualche giorno fa a Brighton in UK poco prima di consegnarci il pezzo di carta dove vi era scritto che eravamo diventati Trainer di PNL.

Io in effetti ho cominciato a capire già da un po’ che ci vuole il TURBO nella vita, o quella che viene chiamata anche determinazione, perchè come nel film che ho visto oggi pomeriggio, può succedere che arrivino i corvi e decidano che quel giorno sarai il loro pranzo se non sei veloce a muoverti, se sei appunto una lumaca e pensi di essere arrivato e che la tua vita sia tutta li, nel giardino dove crescono i pomodori.

La buona notizia è che ognuno di noi ha dentro di sè il TURBO, ma se credi ancora che solo pochi ce l’hanno ed altri no, solo perchè ti hanno raccontato questa storia qualche anno fa, allora forse un giorno sarai tu il pranzo dei corvi, ma se come la lumaca Teo protagonista del film, invece credi che un giorno correrai alla 500 Miglia di Indianapolis, allora vedrai che ogni cosa sarà possibile e nessuno potrà fermarti.

Molte persone che hai incontrato nella tua vita ti hanno installato i dubbi, la mortificazione, il senso di colpa tanto amato da certe religioni e grande fonte di reddito per molte categorie professionali. Allo stesso tempo ti hanno installato anche la competizione, il fallimento, se non arrivi primo non sei nessuno.

Io credo che se fissi un obiettivo che vuoi raggiungere veramente, e se ci metti anima e corpo per perseguirlo, se usi il TURBO che hai dentro, incomincerai ad ottenere le cose e ti renderai soprattutto conto che la tua vita non è circoscritta al giardino di pomodori… Ecco quello che sto cominciando a capire io.

Quindi, come dicono le nuove generazioni, VAI e SPACCA!

Buona settimana, usa il TURBO, vedrai che cambiamenti!
R.M.

Ritornare alle origini

Tempo di lettura di questo post: 3′ e 22″

Preso da mille cose era da un po’ che non scrivevo sul blog, più precisamente dal giorno del mio compleanno… ehhhh se ne sono successe di cose da allora! La mia vita continua ad essere intensa, a volte è dura andare avanti, altre volte è più semplice… Ma la costante resta sempre quella, andare avanti!

Tuttavia qualche settimana fa ho rivisto questa mia convinzione, non è sempre necessario andare avanti ad ogni costo, a volte è necessario guardare indietro, non per vedere come sei arrivato li, ma x capire da dove sei partito e capire qual’era lo spirito che ti ha fatto cominciare un determinato percorso.

Per esempio nel Marzo del 2007 ho cominciato a studiare con profonda “dedizione” la PNL, ed I miei Maestri possono testimoniare che Riccardo in aula = rottura di palle… 🙂 per il semplice motivo che ero convinto di non sapermi spiegare bene con le persone ne di essere in grado di capirle a fondo a mia volta.

Qualche settimana fa mi è successa una cosa che mi ha fatto pensare a quando, con lo spirito del perfetto principiante, io abbia fatto il mio practitioner in PNL (il livello base della PNL). Al di là di tante minkiate che si sentono in giro su questa materia, (che è un’americanata, che è manipolazione etc…) io credo che la PNL sia uno strumento che aiuti le persone a capire e farsi capire meglio punto e basta. Se ripenso a tutti i libri letti, i filmati visti, i corsi fatti, niente è stato più illuminante del mio primissimo corso, è li che ho allargato veramente la mia mappa, la mia visione, è li che ho fatto il salto vero e proprio.

Quando facevo Aikido un importante Maestro giapponese in un’intervista disse: “Quando pensi di aver capito lo spirito dell’Aikido, è il momento di tornare a praticare come quando eri un principiante”. Nulla di più vero, io negli ultimi tempi ho trascurato le basi, convinto di averle ormai assimilate alla perfezione e questo mi è costato in termini di problemi di comunicazione e di conseguente allontanamento da persone a me care.

Questa sera non voglio scrivere molto, allo stesso tempo vorrei condividere con le persone che leggono questo blog, quello che sono (secondo me) alcuni dei principi basi della PNL che avevo trascurato… Non c’è un ordine esatto, degli step da seguire, non posso dire 1 fai questo, 2 fai quell’altro etc… questa sarebbe un’americanata!!! Un manuale meccanico da seguire e la PNL non è questo, è un qualche cosa in continua evoluzione, che parte tuttavia da delle solide basi… E chiudo questo post stasera, raccontandoti quello che sempre secondo me è la cosa più importante quando comunichi con le persone…

Ascoltale davvero, qualcuno definisce “ascoltare davvero” come “ascolto attivo” o “ascolto empatico” vai oltre, pensa a qualcosa di più… Quello che ho capito io ad esempio è che si devi ascoltare davvero le persone mentre ti parlano, ma la svolta la fai quando dimostri loro due cose… Uno che le stai ascoltando davvero, due che non solo le stai ascoltando, ma dimostri loro che stai comprendendo quello che ti stanno dicendo… Credimi, non c’è strumento di comunicazione più potente al mondo, dimostrare ad una persona che la stai ascoltando e la stai comprendendo!

Come ci si arriva? Ci sono molte strade, io ad esempio ci riesco quando lascio da parte l’ostacolo più grosso da superare secondo Wayne Dyer ( e anche secondo me)… L’ EGO! Bisogna essere veramente interessati al proprio prossimo (ossia le persone che ci troviamo di fronte ogni giorno) per riuscire a comprenderle, capirle…

Non costa molto se ci pensi, devi solo lasciare da parte te stesso mentre una persona ti parla… o forse è questo che costa molto??? Tu che dici?

Buon fine settimana…
R.M.

I miei meravigliosi 35 anni

Tempo di lettura di questo post: 2 Minuti e 55 Secondi.

Oggi compio 35 anni.

Da qualche anno ormai il giorno del mio compleanno faccio una riflessione su quello che è successo nella mia vita in un anno esatto, ovvero dal mio ultimo compleanno. Beh, che dire, forse sarebbe necessario scrivere un libro per raccontare tutto quello che mi è successo nell’ultimo anno, ma senza scendere troppo nei particolari, posso dire di aver capito tre cose…

Chi legge il mio blog e mi conosce sa che io non credo ne alla fortuna ne alla sfortuna e credo invece che siano le decisioni che prendiamo e come ci relazioniamo con le persone e con il mondo a determinare quello che poi definiamo come fortuna o sfortuna, e anche quando ci “capita” qualcosa, anche qualcosa di davvero brutto e apparentemente insensato e fuori dal nostro controllo, quello di cui siamo ancora padroni, è decidere come rispondere a quello che ci sta capitando.

Perchè dico questo? Perchè la prima cosa che ho capito è che 35 anni fa mi è stata data una grande opportunità, e da quando ho capito questa cosa,purtroppo non molti anni fa, ho sempre cercato di vivere intensamente ogni giorno della mia esistenza con il fine di ringraziare chiunque Egli sia x il dono più bello ricevuto, il dono di poter rendere la mia vita, una vita meravigliosa!

Ti racconto un paio di cose di me… Sono nato negli anni 70, dove la ventosa e il forcipe venivano usati per fare meno fatica a tirare fuori i bambini quando nascevano, e ovviamente questi strumenti sono stati usati anche con me… Ho passato due settimane in un’ incubatrice tumefatto dal parto (Ho ancora i segni oggi) con una benda sugli occhi che se mi fossi sfilato mi avrebbe fatto diventare cieco per via della luce che scaldava il mio corpo, e le persone che mi vedevano in mezzo agli altri bambini si chiedevano se fossi normale (mia sorella se lo ricorda ancora oggi). Sono stato investito 3 volte mentre andavo in bicicletta e non mi sono mai fatto neanche un graffio, e molte altre cose alle quali solo io posso decidere che signicato attribuire ed io ho deciso che il significato era appunto quello di avere avuto un’opportunità, e cioè quella di rendere la mia vita meravigliosa.

La seconda cosa che ho capito è che devo continuamente (diciamo spesso) farmi la domanda che uno dei miei maestri nonchè più caro amico mi ha fatto qualche anno fa durante una delle nostre riflessioni… “Se domani dovessi morire, saresti contento di quello che è stata la tua vita?” E’ una domanda che fa decisamente riflettere, Covey nel suo libro ” Le 7 regole x avere successo” a questa tematica dedica un capitolo intero, chiamato “Comincia pensando dalla fine”. Pensa al giorno del tuo funerale, pensa alle persone che verranno per piangerti, e pensa di essere un fantasma e di poter ascoltare i discorsi di 3 persone per te davvero importanti. Come ti descriveranno? Che parole useranno per descrivere te e la tua vita? L’obiettivo di questo esercizio, non è capire cosa gli altri pensano di te, ma quello che in realtà tu vuoi essere, e come vuoi che sia la tua vita!

Ed infine la terza cosa che ho capito è che devo ringraziare tutte, ma proprio tutte tutte, le donne incontrate durante il mio cammino fino a qua. A cominciare da mia madre, la prima che ha sempre creduto in me senza mai dubitare neanche un attimo di quello che sarei potuto diventare nella vita, fino ad arrivare ad oggi.

Grazie Rebecca, figlia mia, che ogni giorno mi ricordi che siamo nati con tutte le risorse necessarie per rendere la nostra vita meravigliosa…

Oggi compio 35 anni, 35 meravigliosi anni…

R.M.

Resistere allo Stress

Tempo di letture di questo post: 3 Minuti e 40 Secondi

Sto passando un periodo molto difficile, sotto molti punti di vista. Non è la prima volta che mi succede di dover affrontare tante cose così tutte insieme, un anno fa infatti mi trovavo nella stessa condizione, seppur per motivi diversi da quelli che sto viveno in questo momento. Erano situazioni materiali, dove se ti fai consigliare da bravi consulenti e tiri fuori dei soldi, è probabile che tu ne esca indenne, anzi, con dei benefici come è successo poi a me. Mentre le situazioni di oggi sono ad un livello emotivo molto profondo, e non c’è nessuno al mondo che ti possa dire cosa fare o cosa non fare, come affrontare te stesso, lo sai solo tu…

Io tuttavia anche questa volta mi ritengo un privilegiato, oltre ad avere diversi amici veri, che NON mi consolano, ne provano a tirarmi su di morale, ma al contrario mi martellano e mi prendono a calci nel sedere con il fine di spronarmi a reagire, ho anche studiato molto per aiutare le persone che si trovano ad affrontare periodi come quello che sto attraversando, anche se quando si tratta di te stesso è come quando un parrucchiere cerca di tagliarsi i capelli da solo, li taglierà bene, ma per fare un buon lavoro ci metterà molto più tempo.

Mentre scrivo questo post, sto meglio rispetto a qualche settimana fa, tuttavia mi trovo ancora in una tempesta emotiva molto forte, e devo tenere bene il timone se voglio uscirne completamente.

Tutti ci troviamo ad attraversare periodi più o meno difficili, ed ognuno risponde a suo modo. Io credo essere questo il più difficile in assoluto ad oggi per quanto mi riguarda e ha fatto si che capissi molte cose su me stesso sulla mia vita, ma soprattutto, ho capito come sono riuscito a mantenere il timone (anche se x un attimo mi è scappato di mano) nonostante la tempesta emotiva perfetta, e l’obiettivo di questo post è quello di condividere con chi lo leggerà 5 semplici strumenti che ho trovato essere utili per riuscire a rialzarti, anche se un “gangio corto” al mento assestato dalla vita, ti ha fatto finire al tappeto e l’arbitro ha iniziato il conteggio.

1. Ricordati che la soluzione c’è… Ancora non la vedi, perchè nons ei lucido, ma stai pur certo che è li davanti a te. Continua a ripetertelo appena ti viene in mente, e vedrai che presto capirai dove portare la tua attenzione.

2. Vai oltre, decidi come sarà la tua vita a 6 mesi da oggi, all’inizio farai fatica, il cervello tende a proteggersi da dolore, ma vedrai che piano piano nella tua mente riuscirai a vedere te stesso che ha superato la situazione

3. Agisci. E’ un consiglio che mi è stato dato da una persona per me molto importante. Fai il giro del palazzo, monta una mensola, tieniti impegnato fisicamente, stancati mentalmente e fisicamente, arriva a sera non vedendo l’ora di dormire e magari prima di farlo chiudere la giornata con un respiro profondo e liberatorio, dicendoti che domani andrà sicuramente meglio.

4. Legato al punto 3. Fai attività fisica, vai a correre, a camminare, a nuotare, in bici, a giocare a calcetto con gli amici o a beach volley come ho fatto io. Insomma scaricati dallo stress!

5. Legato al punto 4 e 3. DORMI! La mente deve recuperare, se il tuo stato d’animo è stato ferito, ha bisogno anche lui di rimarginarsi e di riposare per guarire! Passeranno delle notti dove ti rigirerai nel letto, tu resta li, guarda il soffitto fino allo sfinimento, poi ti addormenterai…

In ultimo, la cosa più difficile da fare in assoluto, per quello non rientra nei 5 punti, è fuori classifica perchè è la cosa che se riesci a fare, ti tira fuori in 5 minuti da tutti i guai… DIVERTITI!!! Sorridi anche se non hai voglia, sforzati di uscire con le persone che ti fanno stare bene, all’inizio sarà difficile, vorrai solo tornare a casa e piangere e disperarti per i tuoi errori e dispiaceri, tu persisti, vedrai che poi riprenderai a divertirti sul serio…

Ti auguro una Domenica e una settimana speciale, per me lo sarà sicuramente, domani inizio un nuovo cammino e non vedo l’ora di godermi il viaggio!

R.M.

Non importa la destinazione, se non sai come arrivarci, non ti godi il viaggio.

Tempo di lettura di questo post: 3 Minuti e 20 Secondi

Ieri è stata una giornata particolare, anzi, direi che è un periodo particolare… Si è vero che lo dico da un po’ di tempo, e questo in effetti mi ha fatto pensare al presente post!

Quella che vedete nella foto è mia nonna Agnese, nata nel 1923 e che ieri finalmente dopo qualche mese dall’ultima visita, sono andato a trovare alla casa di riposo dove temporaneamente sta.

Devo dire che nonostante io eviti accuratamente ospedali, case di riposo, e funerali, ieri mi ha fatto proprio bene andare a trovarla, abbiamo riso tanto insieme, ma ho visto un contesto di persone di una certa età, molte delle quali in condizioni davvero critiche e ho cominciato ad osservare gli ospiti della casa, con occhi diversi. In particolare ho visto un signore di nome Biagio che ha 95 anni ed è seduto su una carrozzina, non parla, non si muove, non credo comprenda neanche quello che gli si dica e ciò che accade intorno, e suo figlio che era venuto a trovarlo, gli dava da bere attraverso una siringa, perchè la bocca è completamente paralizzata…
Io ho cercato di immaginarmi quell’uomo ormai infermo, a quando era libero di andare dove volesse, e magari di andarci correndo, a quando rideva, piangeva, amava… Insomma a quando era nel pieno della sua vita e delle sue forze, e mi auguro che pensasse in quei momenti che la vita e tutto ciò che essa conteneva, in qualche modo gli appartenesse. All’inizio questi pensieri mi hanno fatto rattristare, ma poi ho cominciato a mettere a fuoco e ho capito una grande verità…

Per chi mi legge e non mi conosce, Io di lavoro oltre a lavorare nelle vendite per un importante un’azienda di Telecomunicazioni, svolgo la professione di Life e Business Coach, nella quale affianco le persone a definire e raggiungere obiettivi nella vita privata e nel lavoro e io stesso ne definisco per me stesso a mia volta. Tuttavia credo di aver capito solamente ieri che non è importante la destinazione in sé, o meglio devi saper dove vuoi arrivare, ma è il viaggio mentre vai verso la destinazione quello che ti fa crescere e che ti fa veramente raggiungere il tuo obiettivo.

Mi sento spesso dire dalle persone che non sanno cosa vogliono, che la cosa più difficile da fare è capire quello che veramente si vuole, ma poi lavorando con loro mi accorgo che in realtà nel loro profondo sanno quello che vogliono, solo che è annebbiato e non lo vedono ancora chiaramente. Una delle definizioni che mi piace di più del “Coach” è di quella figura professionale che aiuta a fare chiarezza nelle persone, ma spesso le persone si convincono che questo non sia possibile perché in apparenza, tenere l’obiettivo nella nebbia è più facile e raccontarsi delle scuse lo è ancora di più!!!

Purtroppo non si va da nessuna parte se non si è deciso prima dove si vuole andare, ma come dicevo, definire un ‘obiettivo, è davvero l’ultimo dei problemi per quel che mi riguarda. La cosa che invece mi preme sapere di più quando faccio Coaching è come decidi di arrivare al tuo obiettivo, alla tua destinazione se preferisci.
Il diventare consapevoli delle proprie risorse per ottenere quello che si vuole da sé stessi, o il capire quali risorse ci servano unitamente a quelle che già abbiamo, questo ci fa raggiungere i nostri obiettivi e ci permette di avere chiara la destinazione, e a quel punto, di avere anche il tempo per goderci il viaggio.

Quando guardavo ieri il Signor Biagio, gli auguravo davvero che si fosse goduto il viaggio dai suoi 0 anni, fino ai suoi 95, che avesse avuto la vita che desiderava, certo di cose ne deve aver viste parecchie, e se la scienza non sbaglia dice che le persone felici, vivono più a lungo… In effetti mentre riaccompagnavo mia nonna nella sua stanza, ho per qualche attimo incrociato gli occhi del Signor Biagio e mi sembravano ancora belli vivi, e ad un certo punto mi è parso di scorgere sul suo volto una sorta di sorriso, quel sorriso di chi in effetti il viaggio se l’è proprio goduto!

E tu, ti stai godendo il tuo?

Buona settimana!
R.M.

I miei 1000 Maestri

Tempo di lettura di questo post: 2 Minuti e 25 Secondi

Eccomi qua dopo una lunga pausa di riflessione, durante la quale mi sono riposato, e soprattutto ho riflettuto (per questo si chiama pausa di riflessione).

Come accade spesso negli ultimi anni, rientro dalle vacanze e mi guardo indietro a quello che sono stati i giorni trascorsi lontano dai soliti luoghi e dalle solite persone e mi rendo conto, che ho incontrato tutte persone che hanno avuto delle forti connessioni con me e soprattutto mi hanno permesso di crescere e di imparare molto. Io li chiamo i miei ” mille maestri” è un’espressione che ho imparato dal film “Una parola per un sogno” un bellissimo film dove Akila una ragazza americana di famiglia modesta scopre di avere un talento per le parole e comincia a gareggiare in gare di “Spelling” un tipo di competizione che esiste solo all’estero dove bisogna estrapolare tutte le lettere di parole complesse. Il suo maestro quando capisce che lei è pronta, la lascia andare, e lei spaventata di camminare con le sue gambe gli chiede di poterla seguire ancora, ma lui amorevolmente le dice che se si guarderà attorno, troverà mille maestri pronti ad aiutarla.

Ora, incrociando queste parole con il libro di Wayne Dyer “Il potere dell’ Intenzione” che ha accompagnato le mie vacanze, dove viene spiegato che alcune persone ci appaiono dandoci quello di cui abbiamo bisogno in un determinato momento o periodo, devo dire che per me è stato così… Sono stato circondato da mille maestri per davvero!

Su un aereo diretto in Birmania ho conosciuto “Mike” un ragazzo Birmano che rientrava dalla Thailandia dopo 5 anni che mancava dal suo paese e da sua madre e i suoi fratelli, alla mia domanda se fossero rimasti in contatto via Skype, mi risponde che nel paese dove è diretto, non c’è elettricità e che usano le candele, quindi non è possibile usare il PC. Mike ha aperto un negozio di vestii su misura a Puket e mi spiega come riconoscere il tessuto di qualità da quello scarso e io lo ascolto senza mai parlare cercando di imparare una cosa nuova. Mi dice che purtroppo il business non va così bene come qualche anno fa, ma è comunque felice di avere una sua attività e di incontrare tante persone da diverse parti del mondo…

Poi ho avuto la fortuna di incontrare manager di grosse e famose multinazionali che si sono messi in discussione e sono andati a vivere chi in Giappone chi in Khazakistan, raccontandomi le loro personali sfide nell’ integrarsi in culture cosi diverse. Uno di questi mi ha raccontato come è stato vivere l’esperienza del terremoto di Fukushima, condividendo con me le sue emozioni e preoccupazioni di un padre con tre figli.

Potrei andare avanti per ore, fino ad arrivare alla signora che fa le pulizie nel mio palazzo, la quale al marito hanno amputato una gamba a seguito di una malattia, che lo fa peggiorare sempre più… Il concetto è che parlare aiuta a crescere, aiuta a confrontarsi, a migliorarsi, a capire i propri difetti e a capire come correggerli.

Incontrare le persone aiuta a rendersi conto di quanto siamo fortunati ad avere ciò che abbiamo e a sviluppare nuovi pensieri su come, divenendo noi inconsapevoli maestri, possiamo aiutare le persone che ci sono intorno, come Akila nel film una parola per un sogno!

Buona settimana
R.M.

Buone vacanze mondo competitivo!

Tempo di lettura per questo post circa 3 minuti e 32 secondi

Mai come quest’anno ho avuto bisogno di una vacanza. Se considero l’anno passato, la memoria mi fa partire da Settembre dell’anno scorso, quando al rientro dalle ferie, ha avuto inizio uno degli anni più straordinari della mia vita…

Mi è successo praticamente di tutto, cose positive e cose negative che si sono poi mutate in positive. Certo è che ho affrontato ogni cosa che mi si è presentata davanti, non ho provato minimamente ad evitare un evento, e questo mio atteggiamento, mi ha permesso non solo di superare gli ostacoli che continuavano a presentarsi davanti, ma di imparare tantissimo. E’ stato decisamente l’anno che ha segnato la mia vita sia professionale che personale fino ad oggi e che di certo tutto questo, avrà un’influenza significativa negli anni avvenire…

Questa volta però, ho finito davvero la benzina, saranno i 30 voli aerei che ho preso negli ultimi 3 mesi, saranno le decine e decine di meeting che ho sostenuto sia in Italia che all’estero, qualunque cosa sia stata, ho esaurito non solo il 100% delle energie, ma anche la riserva della riserva di forze che avevo… Mi sono quindi domandato come ho fatto ad esaurirmi in questo modo, e la risposta che mi sono dato la trovi facilmente nel titolo di questo post…
Il mondo è diventato più che mai un luogo competitivo, dove bisogna lottare per tutto.

Si lotta per avere un posto di lavoro, si lotta per NON perdere il posto di lavoro, si lotta per avere una casa, si lotta per avere una donna o un uomo, si lotta per avere una buona reputazione, per avere successo, per tenere unita la propria famiglia, per salvare la nostra autostima, per controllare il nostro peso e per molte, moltissime altre cose.
Mai come negli ultimi tempi, ho visto tonnellate di libri che ti insegnano come essere felice, come raggiungere il successo, come vendere, come vendere di più, come gestire un capo stronzo, o come gestire un collega stronzo, come conquistare una donna, come far impazzire un uomo a letto, e giuro che è vera, un libro visto a Milano dal titolo: “Tira fuori la stronza che c’è in te! E non fare finta di non sapere di cosa sto parlando”.

Penso che tutto questo sia un chiaro segnale che il fatto che si voglia crescere individualmente, la cosiddetta “crescita personale” non è altro che una grossa balla… La verità è che per salvare il nostro Ego dalla sofferenza, dal fallimento, dalla delusione e, a discapito del nostro prossimo, vogliamo vincere sempre, primeggiare sugli altri, guardarci allo specchio e sentirci grandi professionisti, grandi amanti, grandi conquistatori di successi e di persone, tralasciando in questo modo tutta la parte dell’amore per noi stessi e per gli altri esseri umani.

Non voglio passare per un semi guru “new age”, ma quello che vorrei fare in questo periodo di vacanza che sta per iniziare, è lasciarmi alle spalle questa continua competizione, vorrei riconnettermi con il mio io più puro, qualunque esso sia, e riuscire in questo modo a rilasciare tutto lo tress accumulato in questi fantastici e decisamente impegnativi 12 mesi. Ogni volta che ho riconosciuto i miei limiti, chiesto scusa, ammesso i miei errori, cercato di capire come migliorarmi come persona senza pensare ad essere migliore degli altri, ma solo migliore di come sono oggi, beh quello mi ha permesso veramente di sentirmi in pace con me stesso e crescere nel vero senso della parola. Si dice che le decisioni migliori per le cose importanti, vadano prese durante le vacanze dove il nostro stato emotivo è in qualche modo neutro, io quest’anno più che prendere decisioni, vorrei togliermi dalle spalle la stanchezza, lo stress mentale accumulato e più di tutto, vorrei lasciarmi alle spalle tutta questa competizione alla quale la nostra società moderna ci sottomette, ingannando il nostro Ego che questo sia il vero scopo della vita, facendoci perdere di vista la cosa secondo me più importante di tutte… L’ Amore per noi stessi.

Buone vacanze, possa anche tu riconnetterti con il tuo io più puro.
R.M.

Leggermente fuori stato

Tempo di lettura per questo post: 2 Minuti e 50 Secondi

Il titolo del post di oggi richiama un famoso libro fotografico di uno dei più grandi foto-giornalisti mai esistiti al mondo, Robert Capa. Il libro si chiama “Leggermente fuori fuoco” e racchiude le foto di Robert durante lo sbarco in Normandia durante la seconda guerra mondiale. Le foto scattate sono magnifiche, ma un po’ per la situazione che puoi facilmente immaginare essere stata drammatica, un po’ per la luce scarsa, le foto vennero appunto leggermente fuori fuoco…Ancora distinguibili, ma non nitide.

Oggi mi sento un po’ così, solo che in PNL si dice essere “fuori stato”. L’uso della parola stato, deriva come avrai capito, dallo stato emotivo che nel mio caso oggi, è leggermente spostato da quello che normalmente è.

Velocemente ti dico se già non lo sai, che il nostro stato emotivo è dovuto al variare della biochimica nel nostro organismo e come tutto nel nostro corpo, anche la biochimica viene influenzata dal nostro cervello.

Le cose che vediamo, che udiamo, e soprattutto che proviamo durante la giornata, creano nel nostro cervello immagini, suoni ed emozioni che fanno accellerare il battito cardiaco, ci fanno sudare, ci fanno contrarre le budella, rilassare, sentirci sereni e così via.

Decisamente oggi la mia biochimica corrisponde a budella contorte, battito accellerato, denti serrati e così via… Fortunatamente mi capita molto di rado di sentirmi così, anzi più avanti vado con gli anni meno mi capita. Sono passato dall’essere così per qualunque motivo, ad essere così solo per le cose importanti.

Succede a tutti gli esseri umani e i Coach in genere hanno un vantaggio in questo…Sanno come gestire il proprio stato emotivo, spiegano come fare ai loro clienti, io personalmente nelle sessioni è una delle prime cose sulla quale lavoro!!!
Ma ci sono delle giornate, come quella di oggi, dove mandi a quel paese tutte le ancore, le centrature, il respiro tattico e tutte le altre tecniche e, come dice la mia amica Barbara nel suo post http://bolivi68.wordpress.com/2012/07/18/metabolizzare-un-rifiuto/ vuoi solo lasciare libera la bestia, farla sfogare, disperdere tutta la sua potenza.

Il tutto è sempre mosso (promesso, a Settembre ne parlerò) da un’intenzione positiva, e cioè sei arrabbiato perchè ci tenevi tanto, perchè ci hai messo l’anima e fatto quello che meglio potevi, eppure adesso ti trovi così, leggermente fuori stato…

Ho tuttavia in questi momenti un’ultimissima risorsa che mi evita sempre di toccare il fondo, il caro e vecchio Maestro Yoda che mi ricorda che il lato oscuro è più facile più seducente, più veloce… E fortunatamente in quel momento mi guardo allo specchio e vedo ancora un giovane apprendista Jedi e ci dormo su, faccio una notte da cani e a fatica cerco di capire che cosa questo mio essere fuori stato mi ha insegnato…

A volte è dura, durissima metabolizzare, ci tenevi davvero alla giornata che è appena passata, ma si va avanti, perchè come recitava la mitica Rossella, “In fondo domani è un’altro giorno”.

R.M.

Il momento di lucidità

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Ultimamente sento sempre di più l’uso della parola “poverino”.

Chi mi conosce bene sa che è molto tempo che non uso più questa parola. Sono per la libertà di espressione, davvero credo nel profondo che ognuno sia libero di dire quello che si sente nell’anima, tuttavia questa parola ancora un poco riesce ad urtarmi. Mi piace pensare che attraverso il Coaching e la PNL io possa contribuire ad aiutare le persone che vogliono migliorarsi, ci credo davvero in questa cosa perchè ognuno dei miei clienti ha fatto esperienza di quello che io chiamo “Il momento di lucidità”

Un tempo credevo che nella vita se si nasceva in un modo, si sarebbe morti più o meno nello stesso, con scarsa possibilità quindi di variare la propria condizione di partenza. Mia madre dice spesso: “La fortuna sta dove nasci” ma non ci ho mai creduto veramente a questa cosa…

Credo che nella vita di ognuno di noi ci sia quel momento di lucidità dove tutto ti sembra così chiaro, dove sei consapevole che la direzione che la tua vita ha preso, non ti sta affatto bene… Tutto è chiaro, nitido e continui a ripetere a te stesso, “Non sono felice, devo fare qualcosa”. Purtroppo vedere e sentire non è abbastanza.

Il mio comandante nei paracadutisti, a tutt’oggi uno degli esempi più concreti di come io concepisca il Leader e la Leadership, quando un giorno gli dissi che sapevo che dovevo migliorare caratterialmente, mi rispose dicendomi che non bastava saperlo, bisognava agire, perchè anche un obeso sa che deve dimagrire, ma poi che cosa fa per riuscirci?

Il momento di lucidità ci fa capire che qualcosa non va, in qualunque condizione noi dovessimo trovarci anche la più negativa, il momento di lucidità è il jolly che la vita ci da, l’opportunità di avere una piena consapevolezza non solo di quello che ci sta accadendo, ma anche di come uscirne. Ma a questo punto, la vita ha fatto il suo pezzo, e ti da la possibilità di scegliere che cosa vuoi fare con questo Jolly che ti è stato dato! Ci sono persone infatti che decidono (ed in modo consapevole) che tutto sommato cosi non si sta male, capiscono anche che è più facile restare in quel modo e a quel punto girano la testa dall’altra parte e si concentrano su come convincere le persone su quanto siano stati sfortunati, o che nessuno abbia mai dato valore al loro talento e molte, moltissime altre scuse.

Per fortuna (ah già io non credo alla fortuna), dicevo, ci sono delle persone che decidono che quel momento di lucidità deve essere preso come un secchio d’acqua gelata che ti seveglia nel cuore della notte e cominciano a ribaltare la loro vita, dovunque si trovino e qualunque condizione socio economica stiano vivendo. Non deve essere per forza una condizione negatvia, San Francesco non se la passava male quando ha deciso di ababndonare tutti i suoi averi e abiti per seguire la fede! Ci sono persone nate negli angoli più poveri e disagiati del pianeta, che ad un certo punto si sono detti che c’era di più di quello che stavano vivendo, e non hanno accettato la loro condizione, non si sono considerati “poverini” per quello che era la loro vita, ed hanno usato il loro tempo, le loro forze per capire come uscire dalla condizione in cui si trovavano e la buona notizia è che poi il proverbio “La fortuna aiuta gli audaci” è vero… Poichè se credi nella vita, la vita poi crede in te.

Come canta Biagio Antonacci… Io ci voglio credere e tu?

Buon proseguimento di settimana!
R.M.